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AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: [protetta]
14/2/2015 - 9:07
Caro signore, le chiacchere che lei "liquida" frettolosamente e forse in modo sufficiente, sono l'ossigeno della democrazia, il dibattito anche un pò pretestuoso, la replica sono un modo di articolare il pensiero in una società dove sempre più manca il confronto diretto e il dibattito appassionato.
Alla fine approdiamo allo sdegno verso una politica che non pensa molto al bene comune ma ai propri interessi, ma le modalità diverse permettono di non generalizzare e di non avere una visione manichea ( i buoni da una parte e i cattivi dall'altra).
"La tua verità? No. Conservala per te...
La Verità. Andiamo a cercarla" (Machado)
Preferisco la tenerezza e l'ingenuità nella sua accezione nobile, che il cinismo e la rassegnazione.
RISPONDI
In risposta a: La vil pecunea e la crescita del 23/1/2015 - 14:50
chiacchere
AUTORE: Giorgio
email: -
7/2/2015 - 19:37
Il tempo delle chiacchere è finito da tempo...basta con i discorsi filosofici.
Guardate chi abbiamo nei posti di potere, a livello nazionale ma anche a livello comunale : giovani già vecchi!
dichiarazioni come ""antifascista sempre e comunque..."" frasi spese per attirare l'attenzione, ma che oramai hanno perso di significato, al pari di chi si ritiene fascista! Che tenerezza!
Che tenerezza i ns bravi politicanti che professano sobrietà e austerità mentre intascano migliaia di euro....!
Come diceva il buon Martin Luter King.....cosa rimane da fare agli inascoltati...
RISPONDI
In risposta a: Un nuovo modello solidale a Pistoia del 1/2/2015 - 12:15
Una società giusta
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: [protetta]
5/2/2015 - 15:18
Occorre anche a mio avviso, ridare il giusto peso a certe parole ormai abusate e depotenziate; il senso della comunità oggi! Cosa vuol dire nella società "liquida" e frammentata da interessi particolari, l'attenzione al senso comune, quando i messaggi che ci vengono proposti sono quelli della competizione e del farcela da solo!
Il sistema in cui siamo immersi ha eroso i legami comunitari, i più deboli, chi si trova indietro e fatica ad essere duttile con la continua trasformazione del mondo del lavoro, rimane escluso.
Un politica che riporta al centro la dignità dell'uomo, che riprenda il volano dell'economia è auspicabile che faccia il suo corso per ripristinare una giustizia sociale. Troppe volte ci sono fratture in situazioni disagiate perché non si interviene prima, si aspetta il peggio. Una rete di solidarietà sarà salda se insieme ci sarà la responsabilità individuale per scongiurare una società che non include, che non garantisce una vita decorosa a tutti! Il paternalismo che alberga molto nei luoghi di potere dove si tende a dare dall'alto l'elemosina, deve lasciare il posto alla giustizia distributiva, al lavoro per tutti, " a rimuovere quegli ostacoli" che non garantiscono una vita oltre la mera sopravvivenza.
Se la politica "è la più alta forma di
carità" deve tornare per le strade dove si incrociano le tante storie di emarginazione, di esclusione, dove si rendono lontani dalla partecipazione della vita civile cittadini a cui manca il loro contributo nel lavoro.
In ogni luogo di lavoro siamo spettatori di atti ingiusti quando vengono licenziati ingiustamente cittadini come noi; è lì che comincia l'esclusione, è lì che bisogna tornare a lottare per avverare quella democrazia nata dalla Resistenza.
Una comunità si crea a piccoli passi, anche da un semplice buongiorno, mentre l'indifferenza cresce senza sforzi, basta coltivare il proprio campo e mettere recinti di protezione.
Sono persuaso che nel clima odierno abbiamo l'occasione di cambiare i nostri stili di vita dati per abitudine, cercando di fare scelte più consapevoli verso un cambiamento di società, dove venga scelto l'essenziale e non il superfluo, dove le relazioni possono diventare più libere dai condizionamenti del mercato. Purtroppo esistono ancora i "sommersi e i salvati" con le dovute gradualità, e una società democratica nata sulle ceneri della lotta per la libertà, non può dirsi realizzata se non garantisce una vita decente a tutti.
RISPONDI
AUTORE: Massimo Alby
email: [protetta]
1/2/2015 - 12:15
UN NUOVO MODELLO SOLIDALE A PISTOIA
Ho l'impressione che mai come oggi la nostra comunità sia distante da una cosciente e coerente quanto aggiornata visione di come costruire un domani realmente solidale.Immagino infatti un approccio diverso alle criticità; meno ideologico più pragmatico, capace di mettere in campo le giuste energie della società civile.Questo comporta uno straordinario passo politico culturale; io dico riformista!
Questo comporta il superamento di tutte quelle vecchie logiche che oggi rallentano fortemente l'assistenza ai più deboli. Solo alcune parole, molto usate e poco praticate: Sussidiarietà, Decentramento,Qualità,Merito.
Proprio il caso Barli deve assolutamente farci riflettere( ma non è il solo!!). Occorre assolutamente costruire sulle parole sopracitate un nuovo approccio alle criticità.
Dobbiamo assolutamente comprendere che non è più sostenibile mantenere il vecchio approccio dobbiamo costruire tutti insieme un walfaire cittadino capace di essere funzionale, veloce facilmente raggiungibile.
La politica abbia la forza autorevole di cogliere veramente le eccellenze del suo territorio superando limiti clientelari ideologici o di altro genere.(qualità e merito)
Serve qualità non fedeltà!Sussidiarietà e decentramento, oggi i nostri quartieri sono troppo isolati. Il territorio ha bisogno di luoghi istituzionali che funzionino come veri nervi scoperti capaci di intercettare le quotidianità ma soprattutto capaci di ascoltare il cittadino;dove la parte forte e importante la devono fare volontariato e università che coadiuvano sanità, servizi sociali e amministrazione stessa.
Stop a soldi a pioggia, uso di vaucer con progetti di impegno socialmente utile per contrastare le povertà diffuse.I più deboli devono essere inclusi non compatiti, è della politica il compito di restituirgli la dignità nella comunità.
Occorre avere la forza e il coraggio occorre soprattutto la gioia di riportare la politica al suo compito più importante il servizio al bene comune.
Massimo Alby
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
23/1/2015 - 14:50
Eccoci al termine normalizzatore e di senso comune. Certo che bisogna avere buon senso, soprattutto di questi tempi in cui un delirio pervasivo di economia invade ogni angolo più recondito!
"La legge della casa", non risparmia nessuno, che tu sia un sognatore o un pragmatico funzionario di qualche ufficio preposto a far funzionare l' ingranaggio, il mantra è sempre continuo come l'avverarsi della profezia fantapolitica di Orwell, il grande Fratello mastica in continuazione il pil che arretra e la crescita come parola d'ordine. La crescita contro l'evidenza, la crescita contro l'armonia, la crescita contro l'ambiente, la crescita contro il giusto mezzo!
E in questa fabbrica dell'ipocrisia ci sono scarti non indifferenti perché sono esseri umani, quando si blatera e si tiene concioni per la dignità del lavoro perduto.
La politica sempre più impotente rispetto all'economia globale e finanziaria non è riuscita ha ostacolare la perdita di valore del lavoro verso la deriva della mercificazione con la creazione degli esuberi, degli ammortizzatori sociali, delle risorse umane: tutti eufemismi per non dire le cose con il loro nome.
In realtà l'avvento della tecnologia in ogni ambito lavorativo ha fatto a meno della manodopera, lasciando senza dignità e cittadinanza sostanziale tante vite umane alla faccia del 1 art della Costituzione, privando di senso la conquista della democrazia e svuotando di sovranità il popolo diventato suddito. Purtroppo l'individualismo feroce e la ricerca della sicurezza a scapito del vicino non creano solidarietà, così una folla eterogenea di lavoratori inquadrata in tante forme contrattuali non ha permesso la consapevolezza unitaria di una mobilitazione contro l'ingiustizia credendola solo una fatalità dei tempi. La mediocrità di chi ci governa e anche di molti sindaci vicino a noi( figli di papà) è il frutto di una deriva "narcisistica" della politica dove gli scontri fra destra e sinistra non hanno più senso sono solo spettacolari (Debord) preoccupandosi di un orizzonte molto limitato ma non facendo progetti per un cambiamento della società. Oggi il fascismo è questa ideologia neoliberista a cui viene sacrificato tutto, in cui non c'è scrupolo ad usare sacri sentimenti per riuscire a vendere un prodotto; non permettere che la reificazione si espanda in ogni ambito è la nuova resistenza!
RISPONDI
In risposta a: Non basta... del 4/1/2015 - 21:24
buon senso
AUTORE: Giorgio
email: -
19/1/2015 - 18:59
Cosa significa essere antifascista o cosa significa essere comunista... Qualcuno sa cosa significa oggi?
Qualcuno mi indichi a livello nazionale o anche nel NS territorio un nominativo corrispondente a tali ideologie.
La verità è che non esistono piu ne fascisti ne tanto meno comunisti, ma
Politicanti , finti comunisti che esprimono riprovazione e sdegno contro chiunque .
Il potere, il denaro facile, senza tanta fatica é l'ideologia comune e più diffusa tra i NS politicanti!
RISPONDI
AUTORE: Errigo Carbone
email: [protetta]
13/1/2015 - 9:49
complimenti a tutti per l'alto senso civico e la compostezza dimostrata nella manifestazione di ieri mattina con un alto numero di partecipanti del Pacini.
RISPONDI
In risposta a: essere antifascisti del 29/12/2014 - 10:23
Non basta...
AUTORE: Francois Pesce
email: [protetta]
4/1/2015 - 21:24
Sono d'accordo, credo sia necessario mantenere viva la memoria anche con finanziamenti e rinnovi di tessera, ma non è sufficiente. Se lo fosse, altro non sarebbe che una sorta di "lavacoscienza".
Di rigurgiti fascisti (legalizzati e dalla parvenza democratica) ce ne sono, eccome. E solidarietà, ascolto ed educazione, tanta educazione, sono le uniche battaglie antifasciste che dobbiamo alimentare quotidianamente.
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
29/12/2014 - 10:23
Mi chiedo cosa vuol dire oggi essere o fare discorsi antifascisti? Rinnovare tessere, rifarsi per darsi una patente di rispettabilità al glorioso periodo di rivolta contro il tallone nazifascista!
Nel periodo odierno dove il mercato e la società dei consumi hanno livellato tutte le spinte ideali convergendole verso l'unico dio, che è il denaro!
Nessuna retorica per favore e più fatti,
più ascolto e accoglienza agli invisibili, ai disoccupati, ai cassaintegrati, agli stranieri, agli scarti di questo sistema ingiusto ed esso si, ancora fascista ma fascista in modo formalmente democratico...
RISPONDI
AUTORE: Alberto Zoppi
email: -
15/12/2014 - 14:13
Leggo un articolo del sig.Sguazzoni ma una domanda preliminare la sua è una ricerca su internet, oppure sulla base di confronti e documenti in suo possesso? Secondo, io per oltre ventanni mi sono occupato di sicurezza sul lavoro, sono un docente-formatore alla sicurezza sul lavoro ed ho dovuto studiare, leggere e confrontarmi con studi scientifici, esperti, medici, genisti, epidemiologi nel corso del tempo per farmi un idea di come si approccia la salute dei lavoratori e la tutela ambientale, così come sulle sostanze pericolose che possono venire in contatto con le persone. Con Marco Vettori poi (sono stato anche un sindacalista che seguiva in segreteria confederale queste cose) ci siamo dovuti fare una cultura su questa materia... fatta di studi, confronti pubblici e privati con medici, genisti, epidemiologi, lavoratori, medici del lavoro, ecc, ecc ecc...sulla rete e sui social network oltre sulla stampa, abbiamo già avuto modo di leggersi vari documenti scientifici, che per brevità rimando alla lettura, la tanto richiamata linee guida del OMS sulla presenza di amianto è vecchia di oltre 20 anni (ricordiamo ora sotto accusa per EBOLA per la sua sottovalutazione) nel frattempo gli studi son proseguiti, persino nella legislazione italiana degli anni 90, negli allegati si richiamano questi studi scrivendo letteralmente "esistono studi che aprono alla pericolosità della presenza dell'amianto nelle acque potabili..." quindi non esiste certezza anche in questi studi oramai datati, sono successivamente arrivati ulteriori studi e una Raccomandazione della Commissione Europea che invita alla sostituzione di tali tubature. Mi scusi se semplifico, ma io applicherei la direttiva europea sul "Principio di precauzione" cioè se esistono dubbi su una sostanza o lavorazione che possa arrecare danni alle persone e all'ambiente devo dismettere quella sostanza e rimuovere il possibile rischio... (ripeto semplifico molto...) la medicina del lavoro in Italia è stata forse la migliore del mondo e non si è mai voluto inserire dei valori limite per definire se una sostanza come l'amianto (all'inizio per il riconoscimento dell'esposizione all'amianto degli operai, l' INAIL indicava un valore limite di fibre presenti in aria!!!) è pericolosa per la salute umana. Chiara la differenza rispetto ai valori USA che indicano in acqua un valore limite. Esistono studi di 20 anni orsono in Toscana, dove veniva già allora trovata presenza di fibre di amianto in acqua, in Emilia nei comuni di Carpi, Reggio Emilia ecc idem; si è trovato traccie di amianto nelle tubature di acqua potabile, e quindi sono state decise le sostituzioni di quelle tubature già da almeno tre anni. Il comune di Firenze lo scorso Novembre idem ha approvato un ordine del giorno che obbliga Publiacqua alla sostituzione di tali tubazioni. Siccome la faccio lunga e non volevo, oppure che affermi castronerie, mi fermo qui consigliando alcune letture: la storia del Cappellaio matto, (molto utile) i libri e gli studi del Ramazzini, il libro di Baldasseroni e Carnevale...buona lettura per le feste di Natale e scusate per la lunghezza.
Alberto Zoppi
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
11/12/2014 - 16:55
Stiamo parlando di alberi non di poltrone o muri scalcinati; alberi piantati nel 1952, se non sbaglio e ci vuole tempo perché un alberello diventi delle dimensioni di quelli abbattuti!
Ci vedo più un operazione in cui entra il mero profitto per qualcuno...
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
10/12/2014 - 10:36
Non vorrei disilludere nessuno, del resto siamo a volte ancorati alle nostre ingenuità finchè si scontrano con la verità degli uomini di questo tempo.
Oggi nel clima dell'egoismo da sopravvivenza e dove il dio denaro assorbe tutti i valori, quale speranza per una coesione più giusta fra le persone?
Se prima la politica assolveva il grande incarico di occuparsi idealmente del bene comune oggi è sfigurata in una pignatta dove si può foraggiare i propri interessi personali e i dintorni del vicinato. Da tensione verso un cambiamento della società si è ridotta ad una mera amministrazione del presente con l'unico scopo di mantenere un certo status quo o comunque non muovere troppo la barca. Si galleggia nelle onde mefitiche di un sistema marcio si sente ripetere; ma ci si scontra con un muro di gomma poichè alle rivelazioni del marciume non cambia niente e l'inerzia dei sudditi cittadini si è rassegnata.
Si è svuotata gradualmente, complice anche la televisione, la sovranità del popolo, siamo diventati spettatori passivi di una tragica commedia che muta a seconda dei momenti. Allora lo scandalo della speranza in un mondo dove si è infiltrata un subdola polvere ( Bernanos) che si mastica senza sapere , la polvere della noia, della rassegnazione, del buon senso, del così vanno le cose.
Sono i soldi e gli interessi che muovono molti nella politica, e alla fine, finchè non muta questo andazzo non cambierà niente!
RISPONDI
AUTORE: Giacomo Sguazzoni
email: -
9/12/2014 - 15:34
Una recente campagna mediatica su facebook e sui giornali è riuscita a toccare le
giuste corde della paura irrazionale e a ottenere dai gestori vaghe promesse di analisi e di
sostituzione delle tubature incriminate. In questi giorni è partita anche una petizione. Niente di
male. Anzi bene procedere alla verifica quantitativa e all’ammodernamento degli impianti.
Ma quanta confusione e quanta approssimazione in questo tipo di denunce che si
vantano di essere serie e scientifiche e invece la verità la raccontano a metà, dicendo solo ciò
che fa comodo. Vorrei riassumere quello che ho trovato cercando da inesperto. Giusto per
capire che il contesto è piuttosto articolato, e, più importante, non c’è veramente da essere
allarmati. A cosa servono colpi di teatro come il presentarsi alla stampa con bottiglie di acqua
e amianto invitando i presenti a bere? Come se chiedessi a qualcuno di bere candeggina…
eppure è proprio l’ipoclorito di sodio che si usa per la disinfezione dell’acqua che beviamo.
Non vorrei che, gridando al lupo (o all’amianto), le persone decidano che è meglio bere acqua
in bottiglia con le conseguenze che potete immaginare sulla salute pubblica (trasporto,
plastica). Non sarebbe questo un bel risultato per chi si professa verde, ecologista e a favore
dell’acqua pubblica!
Le prime contraddizioni si notano subito nell’articolo di denuncia [1]. Si dice che
l’amianto nell’acqua è rischioso perché nell’uso domestico si trasferisce all’aria e quindi può
essere inalato con i noti rischi di tumore ai polmoni e di mesiotelioma. Una corretta
osservazione, peraltro già studiata nel 1988 [2]. Però viene citato un articolo che parla di
tumore al tratto intestinale [3]. Quest’ultimo studio, piuttosto recente, è anche citato nel
corposo ‘Handbook of the water analysis’ [4] (965 pagine, ed. 2013) che dedica all’amianto il
cap. 14, per un totale di cinque (su 965!) pagine che riassumono lo stato della conoscenza
dei rischi per la salute per l’amianto in acqua. Accanto alla sopra citata referenza [3], secondo
cui esiste una connessione tra amianto nell’acqua e alcuni tipi di tumori, c’è un altro studio
che afferma l’opposto [5] basato su una accidentale contaminazione da amianto nel 1985
nella cittadina di Woodstock (proprio quella del leggendario concerto). L’incidenza dei tumori
sui 2500 abitanti è stata valutata dopo molti anni senza rilevare aumenti significativi di
patologie gastrointestinali o polmonari. Per avere una idea dell’entità dell’incidente basti dire
che docce e rubinetti erano intasati dalle fibre di amianto! Strano che si sia omesso di citare
questo macroscopico precedente. La conclusione, condivisa da altri articoli di review (si veda
ad esempio [6]) è che non c’è ancora evidenza di un legame tra problemi alla salute e
amianto ingerito.
Infatti se da un lato l’OMS afferma testualmente che ‘non è necessario stabilire linee
guida per l’amianto in acqua potabile’ [7], l’EPA (US Environmental Protection Agency) ha
precauzionalmente fissato il limite di contaminazione a 7milioni di fibre per litro [8] sulla base
di studi effettuati sui ratti che hanno sviluppato tumori benigni all’intestino una volta ingerita
acqua contaminata. Anche queste importanti determinazioni non sono state portate
all’attenzione dell’opinione pubblica.
Un’ultima osservazione riguarda Risoluzione del Parlamento Europeo 2012/2065(INI)
che accenna ai rischi legati all’amianto ingerito, pur in un ambito di sicurezza sul lavoro e non
di sicurezza domestica. Il parlamento europeo non è una istituzione scientifica e infatti nella
bibliografia del documento manca qualsiasi accenno ai rischi da ingestione di amianto. A titolo
di esempio in questo atto parlamentare [9] si parla di viaggi nel tempo; non per questo i viaggi
nel tempo esistono.
L’aspetto profondamente triste e grave di questa vicenda è lo sfruttamento implicito e
spregiudicato di quei lavoratori che per aver inalato fibre d’amianto sono morti. Il fine è la
piccola rivendicazione politica o la guerra a Publiacqua che su altri fronti e con altri argomenti
dovrebbe essere contestata. È un vero peccato che, sia da chi ne ha i titoli, sia dai mezzi di
informazione, sia mancato, tranne alcune sporadiche eccezioni [10], un approccio serio,
obiettivo e scientifico al problema.
L’unica cosa da fare adesso è analizzare le acque alla ricerca di fibre d’amianto e
valutare i risultati rispetto alla normativa statunitense che è l’unica al mondo che fornisce
valori di confronto. Per il resto sarebbe meglio abbassare i toni, per rispetto di chi è morto e di
chi ha combattuto battaglie vere e autentiche sul problema dell’amianto che si respirava nelle
fabbriche.
9 Dicembre 2014, Giacomo Sguazzoni
[1]http://www.perunaltracitta.org/2014/10/22/publiacqua225chilometriditubatureallamiantoloscandalodellassenzadelleanalisi/
[2] Webber JS, Syrotynski S, King MV. Asbestoscontaminated
drinking water: its impact on
household air. Environmental research, 1988, 46:153167.
[3] K.Kjærheim, B.Ulvestad, J.I.Martinsen, A.Andersen Cancer of the gastrointestinal tract and
exposure to asbestos in drinking water among lighthouse keepers (Norway) Cancer Causes &
Control June 2005, Volume 16, Issue 5, pp 593598.
[4] Handbook of water analyses, 3rd edition, CRC Press 2013.
http://www.crcpress.com/product/isbn/9781439889640
[5] New York State Department of Health. Bureau of Environmental and Occupational
Epidemiology, Investigation of Cancer Incidence among the Woodstock Asbestos Exposure
Registry Population, http://www.health.state.ny.us/nysdoh/asbestos/woodstockreport.pdf,
2004; Browne, M.L.,Varadarajulu, D., LewisMichl,
E.L., and Fitzgerald, E.F. Cancer
incidence and asbestos in drinking water, Town of Woodstock, New York, 1980–1998.
Environ. Res., 98(2), 224, 2005.
[6] Kim et al., J Gastroint Dig Syst 2013, 3:3 http://dx.doi.org/10.4172/2161069X.
1000135
[7] World Health Organization. Asbestos in Drinking Water, WHO/SDE/WSH/03.04/02, 2003.
[8] United States Environmental Protection Agency. Drinking water criteria document for
asbestos, EPA600/
X84/
1991,
1985.
[9]http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=005123
03&part=doc_dc&parse=no
[10]http://valdarnopost.it/news/amiantonelletubaturedellacqua50chilometriinvaldarnoso
stituirlilaleggenonloimponemasarebbeopportunoeauspicabile
RISPONDI
In risposta a: Pistoia e i parchi del 30/11/2014 - 12:21
Basterebbe,,,
AUTORE: Gianluca da Pistoia
email: [protetta]
8/12/2014 - 11:28
E sostituire le piante con esemplari più giovani e robusti? E magari più adatti al nostro tempo...
Ne spende tanti il comune di soldi anche inutilmente che se investisse in alberature non sarebbe male con tutti i soldi che si prendono dalla tasi!
RISPONDI
AUTORE: Furio Morucci
email: -
5/12/2014 - 14:19
"Il territorio sottovoce"
Il distacco dalla politica appare chiaro, le ultime elezioni regionali hanno creato una voragine fra la volontà di rappresentare e chi deve essere rappresentato.
Troppi proclami a soluzioni immediate evidentemente hanno fatto perdere la voglia di andare a votare anche ai cosiddetti "fedeli" ... evidentemente chi "urla di più" (vedi Salvini), anche nel male riesce ad ottenere il risultato che si esprime in una visibilità molto spesso adombrata da un "tendone politico " soffocante ...
Il nostro territorio ha necessità di dialoghi strettissimi e di soluzioni velocissime per far si di annullare tutto l'incaglio sociale ed economico che si è venuto a creare nei vari settori.
Partecipando a vari eventi politici, noto la volontà da parte dei vari amministratori, e soprattutto locali, di un cambiamento teso a semplificare riguardo i servizi, e risparmiare riguardo gli impegni economici che servono per portare avanti il territorio e le sue necessità.
Vorrei far notare però che esistono categorie che non hanno "la forza di urlare"...sono chiamati anziani e sono chiamati portatori di handicap...
Queste "categorie" non hanno mezzi ridondanti o risorse necessarie per arrivare in maniera immediata e costante con la loro comunicazione, che niente altro è che la necessità di sopravvivere ed avere una dignità tale da potersi sentire vivi, utili, e non dimenticati.
In questi incontri, relativi alla zona di Monsummano, ed ai quali ho partecipato...vero pubblici...non ho intravisto "ai tavoli" un coinvolgimento dei rappresentanti di queste categorie deboli...ho sentito, ascoltato, ed apprezzato vari rappresentanti politici molto preparati su ciò che dovevano esprimere, facendolo per altro molto bene.
Ciò che non ho visto è stato il cosiddetto "rovescio della medaglia"...bene risparmiare...fondere...unire servizi...ma i cosiddetti deboli hanno potuto avere un confronto al tavolo pubblico per dire la loro? Chi ha potuto portare i cosiddetti "problemi semplici",cioè il semplice vivere quotidiano, sui tavoli di dialogo per poter capire come far divenire il quotidiano non più un problema per i più deboli, ma un vivere dignitoso?
...nessuno...
Non vi era alcun rappresentante di alcuna associazione che potesse contribuire al dialogo per i più deboli.
Certamente, per chi ha organizzato gli incontri, è stata sicuramente una mera dimenticanza scavalcata dall'euforia nel voler proporre soluzioni, raccontare e spiegare a "tutti" i cittadini la possibile vittoria del territorio e dell'uomo su questi tempi grigi...ed io penso che chi fa, debba essere sempre e comunque lodato e spronato nel fare ancora e meglio.
Detto ciò ...
Chi vi scrive è da poco Presidente della Associazione per i Diritti degli Anziani (ADA) per il territorio di Pistoia, e vi chiede senza urlare...ma sottovoce, un coinvolgimento per poter dare voce a chi voce non ha, o ne ha poca.
Troppo importante è la necessità di sveltire le pratiche quotidiane, troppo importante è la necessità di potersi muovere liberamente e senza ostacoli sul territorio, troppo importante è far si che le attuali periferie non si allontanino ancora di più tagliando fuori completamente i più deboli annullando loro di fatto la semplice dignità ad un vivere il territorio già di per sé complicato...
Quindi; nel ringraziarvi per tutta la volontà che ci mettete, nello spronarvi ancora di più a fare...siccome "io non posso urlare"...per cortesia cercate di coinvolgerci e di coinvolgere chi il territorio lo vive con i cosiddetti "semplici problemi"o "problemi semplici".
Certo di una vostra comprensione a "questo sfogo"; saluto cordialmente ed attendo futuri, certi, e sicuri coinvolgimenti.
Furio Morucci
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
30/11/2014 - 12:21
Pistoia città delle piante si legge nel cartello all'approssimarsi dell'uscita autostradale; città delle piante, pensando alla scarsità di verde pubblico, di parchi e giardini che possono dare un pò di refrigerio all'anima stanca che cerca un pò di tranquillità.
Se un cittadino volesse trovare un pò di verde dovrebbe spingersi fino al Villone Puccini e/o nello spelacchiato parco di monteoliveto, o in quel che resta per adesso di piazza d'armi.
Il parco storico di Piazza d'armi è in questi giorni segnalato da molti per le ferite arrecate alla sua fisionomia dopo qualche ramo caduto e la paura di altre cadute. Si dice da esperti che il tempo abbia segnato irreparabilmente quegli alberi senza scampo e che non ci sia altro da fare che abbatterli prima che facciano del male a qualche sprovveduto malcapitato. Sono d'accordo per l'incolumità delle persone bisogna adoperarsi e mettere in salvo con la prevenzione, ma non è che al Comune forse gli sfugge la mano .. e si taglia anche oltre il necessario??
Quei tronchi abbattuti mi danno una stretta al cuore, io da abitante nelle vicinanze ne sento lo strazio nel mutare e il pianto simbolico di quelle piante che divelte da artificio d'uomo
mandano in aria sciami d'anni lì raccolti e di vissuti e storia.
RISPONDI
AUTORE: Massimiliano Filippelli
email: -
24/11/2014 - 13:45
Per chi non possiede la macchina e si sposta a piedi o con i mezzi pubblici lo sguardo diventa meno condizionato e più obbiettivo sul traffico e la quantità di autovetture che procedono come fiumi in certe ore dalle rotonde alle piccole strade che costeggiano il centro città.
Siamo in un momento storico che dovrebbe far ripensare le nostre abitudini, cercando di togliere il superfluo, le abitudini malsane, gli sprechi, l'uso scriteriato della macchina per spostamenti in città.
Quando poi la città è piccola e il traffico è gestito male, le contraddizioni si notano di più, così ad una certa ora è possibile che il gorgo di qualche rotonda pistoiese possa essere paragonato al traffico milanese con il disagio e l'incredulità per la stoltezza della gente!
Deve finire il petrolio per tornare a convincersi che troppe macchine rendono peggiore la vita?
A volte ho l'impressione che andare a piedi sia diventato per un processo paradossale di mutazione graduale e senza choc, innaturale, quasi devi stare attento a non essere investito perché il fiume delle macchine è veloce e non ha tempo da perdere..
RISPONDI
AUTORE: Massimo Alby
email: -
12/11/2014 - 15:23
Sfrattati i coniugi Barli non sto zitto sono indignato!!
Siamo nella città che chiude la giostra alla morte di due cavalli e che serenamente mette alla porta due persone fragili in difficoltà ???
La stessa città che vanta di organizzare eventi come Dialoghi sull' Uomo e che vanta eventi sotto il nome di personaggi dello spessore di Giorgio La Pira???
Due aspetti, separati, ma che alla fine si intrecciano: la questione della casa e la questione dei figli. Aspetti separati perché quello della casa riguarda il rapporto con l'amministrazione; quello dei figli, attiene all'essere genitori. Tuttavia aspetti intrecciati perché è più che probabile che dopo aver perso la casa, i Barli perderanno anche i figli. Senza dubbio è un caso difficile, senza dubbio i genitori Barli avranno creato anche tensioni e in più occasioni avrebbero fatto meglio a tacere o stemperare, insomma, hanno le loro responsabilità . Ma la vera questione non è questa. La vera questione riguarda i loro figli, il vero grande valore presente in questa vicenda. Ebbene, io penso che lo sfratto doveva essere evitato in tutti i modi, proprio in considerazione del particolare momento decisivo per la possibilità di non perdere i figli. Mi chiedo se gli arretrati non potevano essere rateizzati, mi chiedo se non poteva essere fatta una sottoscrizione, ma soprattutto mi chiedo se per il momento non si poteva attendere in vista della decisione del tribunale sui figli. Una brutta vicenda. Ma soprattutto dispiace che Pistoia balzi alle cronache per vicende che riguardano bambini come vittime: cip e ciop, la vicenda di Mattia e adesso il rischio dei piccoli Barli che oltretutto si trovano ancora in un istituto, cosa che nel 2014 non dovrebbe mai più accadere.
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AUTORE: Gabriele Buccino
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12/11/2014 - 15:18
Buongiorno cari conterranei montanini.
Io mi chiamo Gabriele Buccino e vivo quassù, a Popiglio, sono nato quassù, a San Marcello…e ci sto proprio bene!
Ultimamente, per motivi di salute piuttosto gravi di mia sorella, sono dovuto ricorrere all’assistenza delle istituzioni: USL n°3 (ospedale Pacini e ospedale S. Jacopo) al servizio di Volontariato della C.R.I. e ai Servizi Sociali Associati dei nostri Comuni.
Inizialmente ero molto preoccupato, perché le informazioni generali sull’efficienza di tutti questi apparati sociali erano pessime (qualcuno fa terrorismo?!)
Nel mio caso invece è stato ottimo il lavoro di sostegno svolto dalle sopra indicate istituzioni; bisogna avere fiducia nell’operato delle stesse e dell’impegno quotidiano, 24 ore su 24, di chi opera nel loro ambito; io lo posso testimoniare.
Voglio anche ringraziare il Sindaco del Comune di San Marcello Pistoiese per la sensibilità e l’attenzione dimostratami in questo triste e delicato momento.
Chi continua a muovere accuse a destra e a manca, farebbe bene a pensare a ciò che dice e a verificare, prima di sputare sentenze.
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AUTORE: Massimo Alby
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10/11/2014 - 9:53
Leggo, non con poco sgomento la storia del signor Patrizio rimasto senza una seria e vera assistenza.
Leggo inoltre che la Società della salute di Pistoia ha ridotto i suoi servizi ;si dice per motivi di ridistribuzione da 18h +3festivi a 6h+1f,trattasi più che di riduzione di vera e propria "cessazione di servizio!!
Ma come è possibile che si arrivi a queste decisioni politiche, nascondendosi per di più dietro il paravento dei tagli alle spese delle amministrazioni!! Come è possibile non prevedere con una riduzione così drastica un danno profondo ai più deboli?
Occorrerebbe infatti proprio parlare di ridistribuzione ,non dei servizi alla persona,con politiche di pura macelleria sociale,ma di riorganizzazione delle priorità e di una più logica e razionale scelta degli investimenti pubblici.
Tanto per chiarire faccio un esempio:era giusto destinare al Teatro 700.000 Euro?O meglio darne magari la metà cercando li, investitori privati?
Cose elementari che fanno capire cquanto oggi sia sempre più necessaria l'opera di politiche che sappiano essere lungimiranti e coraggiose.
Ancora una volta l'ombra della sudditanza ideologico culturale e di vecchi retaggi; si abbatte putroppo; direttamente sulla vita dei cittadini più fragili e più bisognosi.
Oggi la vera sfida invece dovrebbe essere quella di rilanciare attraverso strumenti come la Società della salute il Terzo settore anche con nuove formule.
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AUTORE: Giulia Caselli
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10/11/2014 - 9:51
Scrivo per chiedere le motivazioni che hanno portato alla scelta di invertire il senso di marcia nel tratto di via di Bigiano che va dall’incrocio con via Toti, via Monte Sabotino e via Collegigliato con viale Antonelli e fare alcune osservazioni.
Vi sono due vie (via Toti e via di Bigiano) che a distanza di pochi metri l’una dall’altra in viale Antonelli confluiscono in uno stesso punto (cosa direi assurda);
il traffico per raggiungere la città è stato confluito in viale Italia (se fossi negli abitanti della via inizierei a mettere striscioni contro lo smog visto che i pochi abitanti di via di Bigiano hanno ottenuto il risultato da loro atteso) dove le file sono lunghe e interminabili oppure in via dell’Amicizia. Quest’ultima è una piccola via dove in certi punti a malapena vi passa una macchina, quindi è da irresponsabili invertire il senso di marcia di una via se prima non si sono valutate le conseguenze sulle altre circostanti.
Mettere via dell’Amicizia a senso unico vorrebbe dire intasare il tratto di via di Sant’Alessio che si immette in via Antonelli (quindi altri striscioni antismog e anticancro!); la cosa più logica sarebbe stata lasciare tutto come era oppure prima allargare via dell’Amicizia con tanto di marciapiede visto che è una via dove storicamente i pistoiesi vanno a passeggiare, correre o in bicicletta. Adesso oltre al fatto che il traffico è ingestibile, è diventata pericolosa.
A questo punto direi che la cosa più sensata sarebbe di mettere tutto come era (visto che la modifica era solo una “prova”, prova che ormai dura da mesi) e valutare altre soluzioni più appropriate.
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AUTORE: Giacomo Sguazzoni
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4/11/2014 - 10:40
A distanza di qualche giorno dalla rumorosa caduta del platano in via dei Macelli, ora che è tornata la calma, possiamo fare qualche considerazione.
Si è letto sui giornali nell’immediato (dichiarazioni di Biagini, responsabile protezione civile Pistoia e di Tuci, assessore) che l’evento era impossibile da prevedere dato che gli alberi, controllati da poco, erano esternamente sani. Per monitorare lo stato di salute di un fusto al di là dell’aspetto esteriore dell’albero esistono strumentazioni apposite come, ad esempio, il resistografo, gli ultrasuoni, il tomografo e altre. Il fatto che il tronco fosse marcio, quindi, poteva essere capito. Inoltre, in contraddizione con se stesso, il Comune un paio di giorni dopo informa che il Servizio Fitosanitario della Regione era stato interpellato per sospetto contagio da “cancro colorato” già ad inizio Ottobre e che il sopralluogo visivo effettuato subito
dopo il crollo ha condannato altri cinque platani all’abbattimento. Ma non ci avevano appena detto che i
platani erano apparentemente sani? Direi quindi che qui non si tratta di fatalità ma di negligenza.
Queste notizie confuse e contraddittorie dimostrano anche che l’Amministrazione non conosce bene i dossier e che gioca con la disinformazione: per esempio, il Servizio Fitosanitario è un laboratorio di analisi a cui si mandano campioni e il “cancro colorato”, pur portando lentamente la pianta alla morte, niente ha a che fare con i crolli. Evidentemente dopo l’evento in via dei Macelli si è cercato di correre ai ripari per
mascherare ritardi e negligenze.
Fortunatamente anche qualcosa di buono sta succedendo. Dopo contatti con l'Ordine degli Agronomi e dei Forestali, c’è l'impegno dell'Amministrazione ad affrontare il problema del verde pubblico: redazione del famoso Regolamento; messa a punto di uno Sportello Informativo Territoriale (SIT) che includa il verde e, con tempistiche più incerte, l’assunzione di giardinieri e di un tecnico specializzato.
L’Amministrazione sta inoltre procedendo al conferimento di un incarico esterno, per un importo di 19000 Euro, per il censimento accurato delle piante di competenza comunale con, forse, una prima grossolana e parziale verifica dello stato di salute delle stesse.
Verifica che però è chiaramente insufficiente nei modi e nei tempi. Per la messa in sicurezza delle alberature della città occorre recuperare il ritardo accumulato con l’assenza di politiche specifiche negli ultimi anni, ed è necessario procedere subito a un amplissimo controllo strumentale (e non solo visivo). Una sola persona per soli 19000 Euro di stanziamento non è un impegno assolutamente sufficiente per il
controllo puntuale dei circa 1000015000 alberi di competenza del Comune. Occorre una taskforce di esperti per una campagna di analisi approfondite e strumentali per redarre, se necessario, un piano di abbattimenti e di sostituzioni. E tutto questo è possibile solo con adeguate risorse messe a bilancio, purtroppo ben maggiori di poche migliaia di euro. Basti pensare che, ormai da settimane, metà del giardino di Piazza d’Armi è ancora chiusa al pubblico!
Per concludere, non abbiamo problemi a riconoscere quanto di buono questa Amministrazione sta
facendo. Ci piacerebbe però che si evitassero depistaggi e falsità quando le difficoltà sono evidenti e che ci fosse più determinazione per risolvere questa emergenza che, ricordiamolo, attiene alla sicurezza di tutti.
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AUTORE: Alberto Zoppi SEL Pistoia
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22/10/2014 - 19:17
Io davvero non comprendo, leggo sul giornale che per ripristinare un giardino a Barile si consultano i cittadini, (magari si potrebbe farlo anche con chi abita nei pressi di piazza della Resistenza (ex piazza d'armi) prima di tagliare tutti i pini, così per asfaltare alcuni pezzi di strada si scrivono comunicati dove vengono consultati i residenti del luogo,... stasera alle ore 17:30 i vigili urbani sono di nuovo presenti per impedire l'accesso in via Erbosa dal sottopasso del circolo Bugiani e ci sono chilometri di fila di automobili!! ma si può continuare così ad ignorare i cittadini residenti? caro Sindaco vorrei che ci ascoltassi.... si possono praticare anche qui in questa città pratiche di DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA? davvero mi trovo spiazzato.
Alberto Zoppi SEL Pistoia
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AUTORE: Massimiliano Filippelli
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13/10/2014 - 15:59
Ieri pomeriggio ho fatto parte dei pochi che sapevano dell'iniziativa organizzata dal FaiMarathon, per riscoprire le chiese segrete di Pistoia.
Devo dire che mi sono trovato davanti a delle ricchezze di arte e storia avvolti nell'oblio e nell'incuria nel centro della cittadina Pistoiese.
E' stato come fare un salto nel tempo,
entrare in quelle chiese chiuse al culto da molti anni, essere meravigliati dal valore antico che capitelli, affreschi, dipinti lunette, pietre testimoniavano sulla storia della chiesa nel territorio nostro ed essere avvolti dalla mestizia per lo spreco ancora di tutta quella ricchezza non sufficientemente valorizzata per i tanti che potrebbero apprezzarne il valore. In particolare una chiesa mi ha dato una forte emozione, anche se è difficile e ingiusto fare una classifica: la chiesa di San Leone. Entrando dentro è stato davvero uno sbalzo temporale e una sorpresa artistica inaspettata, come una rivelazione mista all'amarezza per l'abbandono e la mancanza di lavori per custodirla; la decorazione pittorica è uno spettacolo per gli occhi e il cuore e come per le altre chiese segrete e abbandonate sarebbe giusto pensare di fare qualcosa perché la sabbia del tempo non le affossi ancora di più.
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AUTORE: sante pollastri
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23/9/2014 - 14:15
a proposito di capitale del verde, avete notato quante piante stanno crescendo indisturbate nella pubblica via...forse una forma di compensazione per l'abbattimento dei pini in piazza della resistenza?
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