Il Real Aglianese pareggia 1-1 con l’Amicizia Lagaccio Genova, rompe il tabù casalingo, ma si rammarica per le tante, troppe occasioni da rete sprecate.
Dare continuità ai risultati e cercare di fare i primi punti davanti al pubblico amico. La prima squadra del Real Aglianese giocheràdomani, domenica 9 novembre, con inizio alle ore 14.30 allo stadio Bellucci di Agliana con l’Amicizia Lagaccio di Genova, per la sesta giornata del girone di andata del campionato femminile nazionale di serie B, girone A.
Sabato una gara difficilissima per l’Hockey Club Pistoia, al Frascari arriva la capolista Juvenilia di Uras, sola al comando in classifica e senza sconfitte, viaggiando spedita a suon di goal
Buon esordio delle ragazze di Beconi (la più importante novità per la società pistoiese) e Claudio Caramelli che nella prima di campionato hanno travolto (3-0) l'Aglianese B (squadra giovane e di ottima prospettiva) di coach Luchetti in una gara sempre a senso unico
Una splendida giornata di sole, una rarità per questa gara, ha accolto davvero tantissimi podisti ad Agliana per prendere parte all'edizione numero 10 della “Maratonina de' 6 Ponti” organizzata al circolo Scintilla dalla Misericordia Aglianese
La Società U.S. Pistoiese 1921 comunica che Domenica 9 novembre alle ore 14:30 si terrà la Dodicesima giornata di Campionato di Lega Pro: l’U.S. Pistoiese 1921 affronterà il Prato Calcio allo Stadio M. Melani di Pistoia
Un pareggio che vale moltissimo. Buone nuove dalla Sardegna per il Real Aglianese del duo Armando Esposito – Alfredo Maniscalco. La prima squadra del club neroverde, infatti, ha fermato sull’1-1 la capolista Oristano, che sinora aveva vinto tutte e quattro le gare disputate segnando caterve di reti, nella 5° giornata di andata del campionato femminile nazionale di serie B
Brutto scivolone per la Pistoiese. I problemi sono in tutti i settori: tanti errori e disattenzioni della difesa, mentre avanti in attacco gli arancioni hanno creato poco e niente
Tutto gli eventi di oggi organizzati in modo cronologico. Gli eventi possono essere inseriti liberamente da tutti: associazioni, enti e cittadini, senza alcuna spesa
Presentiamo tutte le rincipali mstre del territorio che sono anocra in corso. Le mostre possono essere inserite da cittadini, enti e associazioni in modo libero, senza alcuna spesa.
Venerdì 7 novembre al museo Marino Marini, in corso Silvano Fedi 30, alle 17 sarà inaugurata la mostra fotografica personale di Martin Baur
Dopo averci offerto una panoramica su Pistoia, la nostra città, da oggi Simone Magli sceglierà e vi proporrà delle foto più generiche scattate nel suo quotidiano (non per forza in quel di Pistoia)
Il nostro lettore Massimiliano Filippelli ci invia un ricordo di Pier Paolo Pasolini
Si inaugura mercoledì 29 ottobre nella sede del Centro di Documentazione Michelucci in Palazzo Comunale a Pistoia un ciclo di incontri, di visite e di mostre tematiche sull’opera di Giovanni Michelucci, promosso dalla Fondazione Giovanni Michelucci e dal Comune di Pistoia
Torna a Pistoia “Arca Puccini”, il festival realizzato e promosso dagli Istituti Raggruppati e curato dal nucleo culturale Nevrosi. Il filo rosso dell’edizione di quest’anno è l’opera dell’indimenticabile regista Rainer Werner Fassbinder
Dopo averci offerto una panoramica su Pistoia, la nostra città, da oggi Simone Magli sceglierà e vi proporrà delle foto più generiche scattate nel suo quotidiano
Non è mai facile classificare il genio e l’opera artistica, nonché narrare le vicende di un vissuto fuori dal comune come è stato quello di Amedeo Modigliani. Saltano facilmente agli occhi la spontaneità e al tempo stesso la costanza con la quale il pittore ricercò un suo modo di esprimersi e di essere un artista senza alcuna regola. Nessun altro talento dedicò al ritratto la sua generosa opera cogliendo e descrivendo con la matita, il pennello e i colori i diversi aspetti psicologici ed emozionali dell’essere umano. Uno sguardo al passato, un altro al futuro, con una voglia incontenibile di scoprire un proprio modo espressivo e manifestare a tutti quello che sentiva dentro. Il suo intento era, oltre a dipingere l’aspetto visibile e riconoscibile del soggetto che ritraeva, anche quello di individuare ed evidenziare l’essenza più intima, mettere a nudo l’anima stessa di colui o colei che posava.
Personalmente non sono d’accordo con chi ricorda Modigliani facendo seguire alla parola pittore l’appellativo “Maudit”. Dall’inizio del periodo parigino in poi, tutti lo facevano e tutti ancora oggi lo fanno tirando in ballo l’assonanza della parola Modì (diminutivo di Modigliani) al termine francese “maudit” (maledetto). Io raramente l’ho fatto e solo per esigenze cronachistiche. Il disconoscere la corrente dei post-Macchiaioli allievi della scuola di Guglielmo Micheli a sua volta allievo di Fattori, la forza di lasciare una Livorno ostile anche se amata, quel sottile e sofferto filo sentimentale che lo legava, alla famiglia di origine e in particolar modo alla madre Eugenia, il condizionamento delle sue radici ebraiche delle quali era conscio ed orgoglioso (anche se non praticante era forte il suo interesse agli aspetti esoterici del giudaismo), la solitudine, le fuggenti e tormentate passioni (molte delle quali a noi sconosciute), ma anche la ricerca assidua ed esasperata di una interpretazione artistica unica e irripetibile, senza contare la tubercolosi che lo consumava, l’alcool, le droghe assunte per evadere da un mondo che lo voleva diverso e l’angoscia nel non vedere riconosciuta la sua grandezza di artista ed infine, la morte precoce, sono elementi che contribuiscono ad alimentare una vera e propria leggenda sulla figura di uomo e sono sufficienti a ricordarlo senza dover necessariamente ricorrere ad altri appellativi. Si tratta di riconoscere, senza orpelli inutili un artista dall’esistenza piena e dissoluta, che tuttavia, mosso dalla passione e dal desiderio di scoperta, è riuscito a lasciare il segno inconfondibile del genio nella Storia dell’Arte del ventesimo secolo.
Di Modigliani ci rimangono le lettere e gli scritti personali nonché le recensioni di decine di critici e amanti dell’arte compresi quelli della figlia Jeanne riportati sulla pubblicazione “Jeanne Modigliani racconta Modigliani”. Ci rimangono anche gli esemplari in bronzo del calco in gesso della maschera mortuaria dell’artista, composta frettolosamente e con grande difficoltà dallo scultore Jacques Lipchitz, molte poi sono le foto che lo ritraggono, ma soprattutto ci rimangono le sue opere meravigliose (comprese le sculture fatte nel primo periodo quando era nata l’amicizia con Brancusi e che furono un esperienza importante e determinante per il suo modo di pitturare dopo il 1914) il cui prezzo iniziò a lievitare senza sosta pochi giorni prima della morte. La maggior parte dei disegni, dei quadri e delle sculture sono esposti nei musei di tutto il mondo, altre di proprietà di collezioni private. Tutte queste opere sono pietre miliari della civiltà del novecento. Si lui, Amedeo Modigliani, generoso genio, spirito libero, instancabile amante, eterno sognatore, Modigliani ribelle, fatalista, visionario, individualista, Modigliani solitario, collerico e bevitore accanito, una inesauribile fonte di leggende e ancora di più, molto di più.
Purtroppo una morte precoce rapisce l’artista proprio quando il mondo inizia ad accorgersi di lui e del suo talento. Nessuno l’aveva fatto quando era in vita, eccetto una limitata cerchia di amici e di collezionisti, primo fra i quali Leopold Zborowski, nessuno aveva visto nelle sue opere dei capolavori destinati a fare storia. Modigliani muore dopo due giorni di coma, all’Hopital de la Charité la mattina del 24 Gennaio 1920 per una meningite tubercolare che trova terreno fertile nel suo corpo minato da anni di vita dissoluta dedita all’alcool, alla droga e da innumerevoli privazioni. Probabilmente si sarebbe salvato con una semplice terapia di penicillina, purtroppo lontana una decina d’anni dall’essere scoperta.
In questi giorni e fino al 15 febbraio 2015 la città di Pisa rende omaggio ad un genio della pittura del ventesimo secolo: Amedeo Modigliani. La mostra che porta il titolo «Amedeo Modigliani et ses amis» e che ha come sede il Palazzo Blu sul Lungarno Gambacorti raccoglie oltre cento opere provenienti dal Centro Pompidou di Parigi e da numerose collezioni pubbliche e private. L’esposizione tratta tempi diversi della vita dell’artista, Livorno, le amicizie, Parigi, il breve periodo dedicato alla scultura (esperienza interrotta per ragioni di salute, le polveri erano micidiali per i suoi polmoni), il suo continuo peregrinare da un alloggio ad un altro, il primitivismo, il cubismo e la rottura definitiva con i Macchiaioli della scuola di Giovanni Fattori. La storia della sua vita, i dipinti (molti), i disegni (moltissimi) si susseguono in un percorso ben definito, corredato da numerose didascalie sul cammino artistico del pittore e che si intrecciano in affascinanti frammenti di vita nella Parigi di Montmartre e di Montparnasse dove infuriava il cubismo (che nonostante alcuni approfondimenti come i quadri “Raimondo”, “Gli sposi”, “Il Pierrot” e “Autoritratto in costume da Pierrot”, è restato sempre estraneo a Modigliani). Ai lati delle scale che portano al primo piano, dove continua il percorso espositivo, sono appese le numerose foto delle modelle che posarono per l’artista. Colpiscono sia per la naturalezza delle pose e sia perché mostrano uno spaccato dell’epoca. Inoltre, in mostra ci sono opere di grandi come Picasso, Chagall, Utrillo e Soutine, “ses amis” appunto.
In contemporanea e collegata a questa mostra, l’esposizione al Museo di San Matteo delle tre sculture raffiguranti le teste ripescate il 24 Luglio 1984 nel Fosso Reale di Livorno ed in un primo momento attribuite a Modigliani. In pratica al San Matteo è in mostra la vicenda di una beffa che passerà alla storia. Dal momento del ritrovamento per quasi due mesi una miriade di eventi si susseguirono freneticamente. La notizia riempì le pagine dei giornali e i telegiornali. Tutti i media del mondo seguirono l’avvenimento. Tutti si trasformarono in esperti e navigati critici d’Arte esprimendo giudizi ed opinioni. Tutti dissero la loro. Da subito, però, l’arroganza e la superbia di grossi nomi della critica d’Arte italiana generarono giudizi affrettati e false convinzioni che, infine, furono smentite dopo le rivelazioni degli studenti livornesi ideatori e fautori della beffa.
Due mostre da non perdere anche se molto differenti tra loro: quella del San Matteo, racchiusa in un’unica stanza, parla della beffa per eccellenza che ebbe risonanza mondiale, l’altra, al Palazzo Blu, diversa come location e grandezza, espone le opere e la storia di un grande artista attraverso la visione di una parte dei suoi capolavori. Per visitare la mostra “Modigliani e ses amis” dobbiamo lasciarci incantare dall’aspetto metafisico del suo operare e disporci ad accogliere la bellezza, quella che risiede nel profondo del nostro animo.
Ormai da tempo, in questo mondo scambiamo la semplicità con la superficialità, la bellezza con la volgarità, l’eleganza con l’indecenza e spesso, per quanto riguarda l’Arte, ci interessiamo ad essa unicamente per il valore economico che essa rappresenta senza riuscire a provare pure emozioni. Il denaro prende il posto del cuore a discapito del bello e del valore che esso rappresenta. In questo mondo fatto di traguardi da raggiungere calpestando ogni ideale e anteporre, a danno della propria libertà, quello che appare opportuno al quello che realmente pensiamo suonano profetiche le parole del “Cygne du Livourne” come lo chiamavano gli amici a Parigi : “Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni”.
(Alessandro Orlando)